Lo sviluppo delle metodologie di imbottigliamento
Con il passare degli anni e lo studio di nuove metodologie di imbottigliamento si è assistito ad un incredibile sviluppo di nuove tipologie di contenitori per il confezionamento del vino.
Abbiamo assistito ad un incremento dell’uso di materiali alternativi al vetro come: Bag in Box, in formati 3Litri, 5 Litri, oppure le Lattine, che contengono circa due bicchieri e mezzo.
Questo utilizzo di materiali alternativi per il vino al vetro, permette di abbattere i costi elevati dovuti al trasporto e ha un notevole impatto ambientale dato che si tratta di materiali altamente riciclabili.
In futuro anche per i vini premium!
Ci sono novità interessanti proprio per quanto riguarda la longevità e prodotti Premium: Ad esempio l’azienda Zai urban Winery, ha l’obiettivo di far uscire un vino premium nel formato lattina in alluminio: Igt, biologici e vegani di uve Glera, Corvina, Moscato, Merlot-Cabernet, quanto riporta Gambero Rosso in un’intervista ad uno dei cinque soci del progetto.
Al momento solo le Igt (Indicazioni Geografiche Tipiche) possono utilizzare il loro nome da indicare sulla lattina, mentre le DOC ancora no. Nel caso della Bag in box alcune DOC come Barbera e Dolcetto possono essere indicate sulla confezione.
Italia e Estero
Il mercato inglese ha già sposato questo approccio innovativo del vino in lattina, come anche gli stati Uniti e l’Australia, mentre nel nord Europa si sta iniziando a guardare questo prodotto con forte interesse.
Ad oggi anche produttori storici in Italia si stanno ricredendo sui formati alternativi quali l’alluminio e le lattine, anche se ancora i Consorzi di tutela un po’ scettici, vedono nelle bottiglie una maggiore qualità del prodotto.
Come funzionano le Bag in Box?
Le Bag in Box possono essere da 3L, 5L, 10 o 20 litri, e sono composte da due elementi, un involucro esterno (Box) solitamente di cartone facilmente trasportabile, con le indicazioni del prodotto e di quale cantina, mentre quello interno (Bag) una sacca in plastica o alluminio, in materiale per alimenti riciclabile; quest’ultimo a suo volta composta da 3 strati con una lamina leggera ed elastica in alluminio, che permette al prodotto di rimanere sottovuoto.
Durante il riempimento di questa sacca, viene inserita anche una piccola quantità di azoto in modo tale da garantire così una perfetta stabilizzazione, ed evitare che l’aria venga a contatto con il vino. Viene poi inserito il tappo e il tutto viene sigillato. La sacca piena viene inserita successivamente nell’apposito cartone.
Di solito il bag in box ha una durata di un mese, in quanto aperto il rubinetto, anche se studiato appositamente per non far entrare aria al suo interno, non riesce completamente a bloccare l’ossigeno, che con il passare del tempo riesce ad arrivare a contatto con il prodotto.
In Conclusione...
La domanda in generale potrebbe essere spinta dalla facilità di trasporto, dalla maggiore resistenza dei contenitori rispetto al vetro, e soprattutto dall’incremento di attività “outdoor” anche in situazioni di possibili restrizioni: praticità e sostenibilità ambientale come denominatore comune.
Ad oggi gli addetti ai lavori e gli esperti del settore sono al quanto scettici nell'utilizzo di materiali alternativi al vetro, reputando la classica bottiglia il miglior contenitore per la salvaguardare qualità del prodotto, ma con il passare degli anni e lo sviluppo di nuove tecnologie il futuro potrà riservarci tante sorprese!